Riceviamo da un nostro cliente un SSD Transhend da 64GB. Si tratta di un SSD esterno con interfaccia USB 3.0 utilizzato per fare il backup dei dati più importanti. Utilizzare SSD esterni per trasportare i dati può essere una buona soluzione per salvaguardarsi da urti o cadute ai quali sono spesso soggetti i dischi esterni. Come è noto gli SSD a differenza degli Hard Disk non hanno parti meccaniche in movimento, pertanto la robustezza e la resistenza ai colpi è certamente uno dei loro punti di forza. Sfortunatamente in questo caso il guasto è stato provocato da uno sbalzo di tensione. Il cliente ci riferisce che un fulmine ha colpito il suo ufficio bruciando letteralmente gran parte dell’impianto elettrico e quindi tutti gli apparecchi elettronici collegati. La potenza della scarica ha addirittura attraversato il computer fino alla porta USB e quindi allo sfortunato SSD.
Una volta rimosso il guscio per esaminare il PCB è subito evidente che alcuni componenti passivi vicini alla porta USB risultano letteralmente carbonizzati. Il calore sprigionato non ha soltanto danneggiato i componenti ma ha addirittura carbonizzato una piccola parte della scheda in vetronite dal quale emergono le fibre stesse. Trattandosi di una scheda multistrato non è possibile ricostruire le piste mancanti in quanto risultano danneggiati anche gli strati più interni, impossibili da controllare, soprattutto in un caso come questo in cui parte di essi è carbonizzata.
Determinata quindi l’impossibilità di riparare l’SSD per effettuare il recupero dati si è proceduto quindi a rimuovere gli 8 chip di memoria (8GB ognuno) in formato TLGA52 prodotti da Samsung. Successivamente al loro interfacciamento ne è stato eseguito un dump (una copia dell’intero codice contenuto). Fortunatamente dalla verifica del codice acquisito non sono stati rilevati danneggiamenti al codice. Attraverso l’applicazione di appositi algoritmi si è quindi proceduto alla ricostruzione dei file del cliente con risultato prossimo al 100%